La Punta di
Maralunga è attuale sede di uno stabilimento balneare riservato alla Marina Militare.
La roccia di
Maralunga si presenta frastagliata, tagliente modellata dai venti e dalle
correnti, in molti tratti quasi
spugnosa; qui incontriamo la prima grotta del nostro itinerario: “LA GROTTA
DEL BRIGANTINO”, così chiamata in quanto un brigantino, inseguito dai
pirati barbareschi, si infilò nella grotta, distruggendo l’alberatura, ma
salvandosi dall’attacco dei Pirati.
La grotta si
divide in due tronconi ben distinti; il primo, visibile dal mare, risulta
ampio, lungo una quindicina di metri, visitabile (con il dovuto permesso
dell’Autorità Militare) con natanti di piccola stazza; il secondo, si apre nel
fondo della grotta a circa 4 metri di profondità; la parte visitabile (con
ausilio di autorespiratori) è lunga una ventina di metri, successivamente si
stringe fino a divenire una fessura nella roccia, che qui appare liscia, quasi
levigata.
La punta di
Maralunga, è stato anche il luogo, in cui nell’anno 1480, venne ritrovato da
tre pescatori un quadro dittico di “Nostra Signora di Maralunga”, attualmente
custodito nella chiesa di San Francesco in Lerici, assunta al ruolo di
“Santuario”.
E' certo che
insieme al quadro vennero ritrovati resti di un veliero sicuramente affondato
per urto contro la costa a picco.
Sulla punta
sorgeva anche un antichissimo mulino a vento a pianta circolare. Mulini di
questo tipo erano numerosissimi nella parte verso mare lungo tutta la costa.
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